Il ballo dell'Orso

« Older   Newer »
  Share  
‚Elly
view post Posted on 1/5/2010, 12:37




Ballo dell'Orso



image

Alla base delle patologie comportamentali dei cavalli c’è, quasi sempre, una gestione di scuderia che ne altera eccessivamente i naturali comportamenti etologici.

Nella maggioranza delle scuderie i cavalli sono tenuti in box piccoli, spesso senza finestre, senza scambi sociali con gli altri cavalli, e inoltre non hanno mai la possibilità di muoversi a loro piacimento: quando escono lo fanno prevalentemente per lavorare. Inoltre, la razione di fieno viene data due o tre volte al giorno lasciandoli per molte ore senza mangiare. Il cavallo è un animale da branco e, oltre ad avere forti rapporti con i suoi simili, mangia erba per la maggior parte della giornata.

Un cattivo management può provocare al cavallo uno stress tale da causare l’insorgere di patologie comportamentali, perché la sua energia motivazionale istintiva, che in libertà trova scarico in piacevoli attività naturali, non trova sfogo e ciò può reindirizzarsi verso comportamenti abnormi.

I vizi comportamentali più comuni sono il tic d’appoggio, il ballo dell’orso e il box walking (camminare senza sosta in circolo dentro il box). In molti casi questi vizi si sviluppano per emulazione: cavalli vicini di box che, sopraffatti dalla noia, tendono a imitarsi negli atteggiamenti. Se un cavallo in scuderia presenta uno di questi comportamenti, ad esempio, è facile che anche qualcun altro impari a farlo. E con il tempo possono diventare “acquisiti” e indipendenti dai fattori che ne hanno causato l’insorgenza, rendendo spesso inefficaci le terapie ed enfatizzando così l’importanza della prevenzione.

Alcuni dati statistici ci confermano come le patologie del comportamento interessano fino al 30% dei cavalli, secondo razza, management e routine alimentare.

Il tic d’appoggio è forse il vizio più temuto. Se ne distinguono due diverse tipologie: il ticchio d’appoggio e il tic d’appoggio aerofagico.

Il ticchio d’appoggio consiste nel mordere strutture di legno nel box o nel paddock. In alcuni cavalli vi può essere una causa alimentare, ma nella maggior parte è semplicemente un’abitudine derivante dalla noia. Nel tic d’appoggio aerofagico, molto più grave, il cavallo oltre ad afferrare con i denti una determinata superficie, contemporaneamente inarca il collo e aspira aria nell’esofago emettendo un caratteristico suono, simile a un grugnito. In rari casi il cavallo può aspirare aria senza attaccarsi a nessuna superficie ma solo inarcando il collo.

Questo comportamento, oltre a causare l’ipertrofia della muscolatura della parte inferiore del collo, causa un consumo precoce degli incisivi e disturbi digestivi legati alla continua assunzione di aria che possono essere causa di un mancato sviluppo corporeo oltre che di gravi coliche, soprattutto di tipo gassoso.

Malgrado la causa del problema sia da rapportarsi per la quasi totalità dei casi allo stress, alla noiosa vita di scuderia e a un errato regime alimentare, studi recenti hanno ipotizzato che questa condizione possa trarre origine da una eccessiva acidità dello stomaco.Infatti, il tentativo da parte dell’organismo di aumentare il flusso di saliva alcalina nello stomaco per ridurne l’acidità potrebbe essere alla base dell’insorgenza di questa stereotipia.

In libertà il cavallo, abituato a masticare per la maggior parte del tempo, produce naturalmente più saliva. Secondo le ricerche svolte da diverse università europee, una somministrazione continuata di un antiacido ha ridotto in numerosi soggetti la frequenza e l’intensità di questo vizio.

I rimedi più usati per combattere questo vizio così dannoso per la salute del cavallo sono molti, spesso inefficaci: una volta che il problema è insorto è praticamente impossibile debellarlo. Si può cercare, però, di limitare i danni impedendo che il cavallo continui a pensarci e si attacchi ad ogni superficie disponibile. Per fare ciò, oltre a cercare di modificarne le abitudini quotidiane per tenerlo costantemente occupato mentalmente, si può provare a cospargere tutte le superfici del box, dove il cavallo tende ad attaccarsi, con grasso o catrame vegetale dal sapore molto sgradevole e rimuovere dal box mangiatoie e beverini. Per il mangime si usa in genere un secchio che ogni volta, quando il cavallo ha finito di mangiare, viene rimosso, mentre il beverino va sostituito con un contenitore per l’acqua basso dove il cavallo non sia comodo a ticchiare.

C’è chi circonda il box con il filo e la corrente elettrica usata per le recinzioni dei paddock come deterrente ma questo, oltre ad essere crudele, è controproducente perché aumenta lo stato di stress e di frustrazione del soggetto.

Se questi accorgimenti non sono sufficienti a limitare il problema si può utilizzare un apposito collare che, con una parte rigida in metallo o in cuoio sotto la gola, comprime il muscolo sterno-mandibolare, impedendo al collo di piegarsi per aprire l’epiglottide e compiere l’atto di aspirare aria. Esiste anche una tecnica chirurgica piuttosto invasiva e poco utilizzata che agisce a livello dei muscoli del collo e dei nervi spinali accessori.

Secondo tutti gli addetti ai lavori, la prevenzione rimane la miglior arma per combattere questo comportamento che può comunque migliorare con un management più attento alle esigenze e più rispettoso della natura del cavallo. Concedergli qualche ora al paddock e lasciargli a disposizione il fieno tutto il giorno sono piccoli accorgimenti che possono prevenire l’insorgenza del ticchio o in parte ridurla, se già presente.

Il ballo dell’orso è il classico movimento oscillatorio anomalo, compiuto spesso sopra alla porta del box o sopra lo steccato o un muretto. Di solito è indice di noia o ansia perché il cavallo lo fa ogni qualvolta non ha niente da fare.

Alla lunga questo vizio comporta un anomalo stato di apatia e affaticamento oltre al logorio di tendini e articolazioni. Secondo alcuni una soluzione consisterebbe nell’impedire al cavallo di affacciarsi dalla finestra ma in molti casi può essere sufficiente installare una griglia di ferro a V in corrispondenza della finestra che permetta al cavallo di affacciarsi, ma gli renda difficile “ballare”.

Chiudere l’unica comunicazione che hanno con l’esterno, infatti, comporta in realtà soltanto un peggioramento della noia e dell’isolamento del cavallo che, a quel punto, non può nemmeno più distrarsi guardandosi intorno.

L’unica vera cura per la quasi totalità di questi vizi, rimane quella di permettergli di condurre un’esistenza il più possibile simile a quella che condurrebbe in natura, ma in alternativa può essere utile adottare sistemi che gli consentano di avvicinarsi il più possibile alla loro attitudine naturale senza avere la possibilità di annoiarsi come:

- Accesso al paddock almeno due ore al giorno, possibilmente con un compagno.

- Tenere la porta del box aperta durante il giorno, sostituendola con una catenella.

- Aprire finestre di comunicazione con i box contigui.

- Apertura di finestre verso l’esterno.

- Variazione del protocollo alimentare: suddividere in più pasti le razioni di cibo giornaliere o comunque fare in modo che abbia sempre fieno a disposizione.

Fonte:DotHorse
 
Top
La Lupa ~
view post Posted on 6/7/2010, 21:07




CITAZIONE (‚Elly @ 1/5/2010, 13:37)

Ahah Che espressione xDDD
 
Top
‚Elly
view post Posted on 6/7/2010, 21:10




Ahah Fa morire xD
 
Top
2 replies since 1/5/2010, 12:37   2032 views
  Share