Capire i cavalli
"impara a conoscere i pensieri del nobile animale che desideri cavalcare, non essere eccessivamente esigente, non chiedergli inutili prodezze"
Goethe
Non si può pensare che essere cavaliere significhi salire su un cavallo e sapere le andature.
Equitazione è amore e passione per i cavalli e non si limita al solo atto di salire in sella e far partire il cavallo.
In equitazione si parla spesso di binomio. Il binomio è composto dal cavaliere e dal suo cavallo. Un binomio perfetto dipende dal tipo di rapporto che si riesce ad instaurare. Per ottenere dei buoni risultati ci vuole: tempo, impegno, infinita pazienza e tanta fiducia.
Per instaurare un buon rapporto con il proprio cavallo il cavaliere deve avere volontà fisica e morale; deve essere capace di stabilire il giusto rapporto psico-fisico con il cavallo; saper trasmettere calma, fiducia e concentrazione; essere preciso nelle istruzioni e deciso nei comandi.
Il rapporto cavallo-cavaliere deve essere fondato sulla comprensione e sulla compensazione, deve avere l'unico fine di riunire le due volontà in una sola.
Il cavallo è uno strumento di misura e di valutazione della volontà e della saldezza morale del suo compagno. La comunicazione fra i due deve essere fatta di armonie sensitive. Le vibrazioni del corpo del cavaliere sono minuscoli segnali, cenni, sono l’espressione del desiderio dell’uomo che il cavallo esegua quel movimento solo per il piacere di farlo e non perché costretto.
Non si deve pensare che il cavallo si sottomette all'uomo, ma bensì che il cavallo accetta di entrare in binomio con l'uomo.
L'essere binomio significa pertanto divenire un tutt'uno con il proprio cavallo, una cosa sola, un'anima sola.
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